Io amo le persone fragili, non posso fare altrimenti.
Come noto, io sono parte di questa umanità fragile e per questo motivo riesco a percepire subito la fragilità negli altri e quando la scovo, mi è impossibile non volerla proteggere.
La fragilità è un dono magnifico e orrendo, perché ti permette di sentire con una intensità difficile da descrivere, ma questa intensità può essere tremenda da gestire. I fragili gioiscono e soffrono più degli altri, perché il loro cuore è sempre pronto ad andare in frantumi o brillare come stelle. I fragili sono empatici, conoscono cosa sia soffrire ed hanno sempre paura di ferire un'altra persona, preferendo sfiorarla.
Alcuni si cingono di una armatura, per difendere il proprio cuore di cristallo che mostra tutte le crepe e le riparazioni, ma alla lunga la vita corazzata ha solo due possibili sbocchi: si diviene la corazza o la si toglie.
Piango per coloro che sono diventati la propria difesa, cinti in una eterna anestesia, con l'illusione di una potenza che è solo facciata, con la propria parte più vera che urla e piange, in un profondo che temono. Non è vivere, lo so bene: ero un corazzato, che stanco di raccogliere i propri cocci, stava morendo lentamente.
Solo accettando ciò che sono, sono riuscito a trovare la forza di non sbriciolarmi facilmente e nel contempo iniziare ad amare e voler proteggere i miei simili, soprattutto quelli che o non ne hanno coscienza, scambiandola per altro, o ne hanno paura, finendo impegolati in situazioni assurde. In questo, ammetto, di aver tenuto una parte del vecchio sistema, passando da inamovibile a vagamente sfuggente, schivatore di pallottole, finché non sono rinsavito ed ho accettato che alcuni colpi siano da schivare, ma altri vadano presi in pieno petto, costi quel che costi. Si chiama spendere bene il proprio tempo limitato.
I fragili sono molto più forti degli altri, perché cadere e rialzarsi, coi propri cocci in mano, richiede una forza mostruosa; è uno sforzo titanico. Non so da dove esca questa forza, che spinge a proseguire, rialzandosi come i soldati di Osowiec, che con le loro interiora in mano ricacciarono indietro le truppe di Hindenburg (ovviamente morirono poco dopo, a causa del gas Nerviano respirato, poveri cristi), mossi solo dalla loro tenace disperazione.
Sarebbe facilissimo restare a terra, abbandonandosi alla consapevolezza di quanto l'esistenza sia dura e priva di uno scopo e non nego di averlo fatto: un periodo buio, privo di emozioni, che non auguro. L'unico lato positivo, fu trovare una luce in quelle tenebre, che mi mostrò che la vita, per quanto dolorosa e insensata, valga la pena e che ad ogni distruzione segue un inizio.
Ho passeggiato spesso nel mio inferno, talvolta ne ho tratto oro, altre ho accumulato piombo, ma è sempre stata una cosa buona.
Non è il postaccio che raccontano, se vi si entra consapevolmente.
Per questo motivo, quando incontro gente come me, mi prodigo, senza un fine, solo per il piacere di un sorriso. Non serve che tutti si perdano in quella strada, quando hanno qualcuno che ha viaggiato anche per loro e può mostrare il proprio sentiero. Mi solleva immaginarmi come un viandante nelle tenebre, che porta una lanterna sulla schiena.
Per queste ragioni non potrei mai far male a queste persone. Diamanti grezzi che ignorano il proprio valore, pronti per essere tagliati e posti su una corona, a patto che non finiscano nelle mani sbagliate, come spesso accade.
Amo il loro sorriso dopo un complimento sincero e come subito si ritirano, mostrando dolcemente la loro essenza. Mi piace la loro sincerità, che traspare anche quando cercano di mentire. Mi sciolgo, quando per un istante riescono a fidarsi e mi mostrano ciò che hanno dentro e ti guardano con timore, pregando che la loro fiducia non sia tradita, un'altra volta. Sono fiero, allo specchio con le mani vuote, perché pur avendo potuto prendere, ho dato; magari è una magra consolazione per i più, ma per me è tanto, perchè ho protetto uno tra i fiori più delicati.
Solo così posso specchiarmi nel cielo mutevole di oggi, che regala Sole, tempesta, colori, forme e profumi, in un caleidoscopio di istanti e apprezzarne ogni singolo momento, a testa alta. Forse dovrei essere meno il protagonista della canzone di Battiato (la cura) e più Gordon Gekko, ma non ne sono capace.
Sono fatto male per questo mondo, ma mi piace.
Marco Drvso
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