venerdì 12 agosto 2022

Pallottole e delusioni

Ringraziando gli dei, sono troppo vecchio per certe stronzate. 
 
Lo sono sempre stato, forse.
magari non lo sarò mai.
Questo brutto vizio, mio,
che mai m'abbandona,
di vedere negli altri,
che mi s'accostano,
la meraviglia in loro.
Di talune faccio tesoro,
come di gemme da difendere,
tesori da proteggere.
Non riesco a predare,
ciò che vedo di puro
e come uno scemo,
degli idioti il re,
le lascio sfuggire,
in mano a laidi tarli
che di quella scintilla,
così dolce e fragile,
che per rispetto o pudore
ho scelto di non macchiare,
si baloccano con amici.
Il mio inferno è il cuore,
il mio peccato, il vero,
quello che mi distrugge,
l'avervi sempre, sempre
messo avanti a me.
Una vita a raccattare
i cocci di vasi non miei,
per vederli in mano d'altri.
Chiedi cosa non va?
Guarda lo specchio. 
Maledetti gli dei, 
non cambio mai.

Tutto questo per dire: per fortuna, ho imparato a subodorare le fregature e schivare le pallottole, ma anche il colpo di striscio può bruciare. La sola, ma grande consolazione: quando sono davanti allo specchio e mi do del pirla, posso almeno vantarmi di non essere stato uno stronzo e non aver creato dolore. Forse una vittoria di Pirro, nel brucior di terga, ma un domani non mi si potrà dire che ho approfittato di una persona fragile, haimé totalmente scaduta ai miei occhi.
Questa la cosa che mi fa davvero male: perdere totalmente ciò che vedevo e ritrovarmi con un qualsiasi umano, verso cui provo quasi fastidio, al punto di starne alla larga e, come sempre, dover accettare che l'istinto aveva ragione, quando mi ha fatto tirare il freno a mano, ma io sono dovuto quasi andare a sbattere il muso. Se non altro, sono talmente disilluso da non aver fatto progetti e lo scazzo sta già volando via ed è stato utile per fare quel che già progettavo da tempo.
Forse mi piace ficcarmi in certe situazioni, perché mi aiutano nelle decisioni. Temo che il mio subconscio sia la parte più furbo di me.
Per fortuna, ho buoni amici con cui sfogarmi e queste pagine digitali dove abbandonare la questione, che una volta scritta e gettata nel mare della rete, evapora come una pozzanghera nel caldo agostano.
Mi spiace, ma è andata così. Volo da solo, ormai è il solo volo che conosco, difficilmente mi lascio avvicinare e recido gemme che dubito diano frutti, per le più svariate ragioni, nonostante mi faccia ancora girare le balle.

Marco Drvso

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