martedì 9 febbraio 2010

Dalla rosa blu alla rosa bianca

Ogni dì, leggendo i referrel del blog, scorgo un risultato ormai abituale nelle chiavi di ricerca usate, su google o yahoo, dai miei lettori. Tutti i dì, qualcuno chiede del significato della rosa blu.
A settembre ero isterico e deluso, anche solo il leggere nei referrel la questione della rosa blu era sufficiente a irritarmi. Oggi, grazie ai commenti piacevoli avuti sul blog, in facebook e via posta, sono contento di averlo scritto.
Era il 22° giorno del quinto mese del nono anno del terzo millennio, quando scrissi quelle parole, dedicandole a una persona. Sembra passata una eternità.
Per sapere come è andata a finire, è sufficiente leggere il blog a partire dal 24 agosto.
Ciò che mi preme oggi non è redigere una cronaca, né interrogarmi sul perché delle cose. Ancor meno mi interessano i cambiamenti della mia vita e lo scadere in una sterile lista di fatti in cui annoverare la fuoriuscita e la causa al museo, la morte del mio cucciolo e la scoperta del terzo rene.
Ugo mi manca e quando penso a quella notte, tra il 22 e il 23 dicembre, quando il suo grande cuore si è fermato, addormentandosi con il resto del corpo, una tristezza insanabile mi avvolge. Era il mio cucciolone, quello che mi aspettava al cancello tutte le sere e gli voglio tanto bene. Se esiste un al di là, sta facendo impazzire tutti, in attesa che Agata lo raggiunga. Ti voglio bene cucciolone! Mi manca molto più delle sigarette che ho abbandonato a capodanno, malgrado la loro assenza mi stia provocando non pochi momenti di sfaso.
Oltre 10 anni di onesta tossicodipendenza legale, monopolizzata dallo stato, gettati alle ortiche per un rinato salutismo che mal mi si addice...
Ogni cosa nella vita accade per un motivo di questo ne sono certo. Non tiro in ballo volontà divine o altre baggianate, mi limito a constatare che ogni avvenimento porta con sé una lezione che va saputa cogliere. Imparare è il motivo per cui tutto accade.
Anche l'aver perso la testa per la persona sbagliata e aver commesso errori nei suoi confronti, comporta una crescita e un cambio di orientazione delle vele. Come ho scritto, mi ha aperto gl occhi su molte cose e riattivato funzioni interne che credevo sopite. Soprattutto, senza questa vicenda non so se avrei trovato la forza di cercare una persona e sistemare un fattaccio vecchio di 15 anni.
Così facendo ho riavuto lei, una rosa bianca, la mia rosa bianca. Definirmi un uomo felice e fortunato, è limitativo. Dovreste conoscerla per capire; vi invito a leggere il sopralinkato post: "la mia rosa bianca".
Era parte del cammino intrapreso che ancora lungi dal dare frutti, mi sta menando verso una nuova vita. Mi sono analizzato e ho scoperto parti di me che non conoscevo, attraverso altrui occhi, trovando la voglia di iniziare.
Per quanto abbia odiato quella persona e per quanto mi sia comportato male, scegliendo di fare lo stronzo, anziché litigare, come lei avrebbe voluto (non le ho voluto dare questa soddisfazione), devo riconoscere che il breve momento in cui le nostre esistenze si sono incrociate è stato utile e formativo.
Devo a tutta questa vicenda del cavolo se oggi posso guardare una certa conchiglia, senza sentire una fitta al cuore. Devo alla vicenda, se mi sono liberato dalla paura di far soffrire il prossimo.
Devo molto a questa storiaccia, nel bene e nel male.
Così si conclude la storia di quella rosa artificiale, in cui il blu ha cancellato ogni traccia della bellezza lata che avevo scorto e che ora non sono pi in grado di vedere, ma so che c'è.
Così inizia un cammino ancor più delicato, con un candido fiore, molto più pregiato, che già una volta ho rischiato di rovinare.
Cadere, rialzarsi, sperimentare e vagare: questo è vivere.

Marco Drvso

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